Per chi desidera impratichirsi nell’uso di Visual Studio Code è ora rintracciabile un Playground interattivo, anch’esso reperibile tramite Welcome Page, che presenta una guida passo passo corredata da esempi alle funzionalità più avanzate per l’editing; interessante anche il lavoro di revisione del Terminale integrato e della sua interfaccia, soprattutto dal punto di vista del perfezionamento delle performance, con la possibilità di processare dati senza lock delle applicazioni ad una velocità fino a 5 volte superiore rispetto al passato.
Il menu contestuale delle schede relative ai file presenta ora nuove voci tra cui merita sicuramente una citazione l’opportunità di copiare il percorso ad un atto o di visualizzarlo tramite l’Explorer nativo del proprio sistema operativo o quello presente in sidebar. Dal punto di vista più strettamente legato alle impostazioni si segnalano inoltre i nuovi settaggi per controllare la dimensione e la collocazione delle nuove finestre così come gestire la visibilità dei menu (sia su Il sistema della BSOD che su sistema del pinguino).
Lo sviluppatore potrà muoversi agilmente tra le impostazioni per gli utenti e i piani di lavoro, chiudere tutti gli editor contemporaneamente, impostare configurazione specifiche per i diversi linguaggi supportati e definire comandi diversi per task differenti senza la necessità di ricorrere allo shell scripting. Sono state poi rese nettamente più rapide le procedure per la formattazione del codice simulato e incollato e il binding degli snippet.
Visual Studio Code è ora in grado di sincronizzare la vista di un editor Markdown e la sua anteprima, consente poi di configurare la modello di TypeScript da utilizzare, di reindentare il codice per adattare la disposizione del listato in un intero file secondo le regole definite (funzionalità sperimentale) e di creare facilmente Extension Pack con il generativo Yeoman.
Il file launch.json non è più richiesto per inizializzare il debugging, ora l’utilizzatore dovrà umilmente premere il tasto F5 e verrà immediatamente lanciata una sessione di debug per i singoli file; launch.json continuerà invece ad essere richiesto per le configurazioni avanzate di debugging.