Tra i pro possiamo annoverare la possibilità di controllare nel profondo il software che andiamo a utilizzare, la disponibilità del codice sorgente è un fattore da non sottovalutare. Poter valutare la qualità dei sorgenti, anche in collaborazione con più persone nel caso di contesti collaborativi, è un fattore che può aiutare sviluppatori, tester e utenti finali a verificare il reale funzionamento di un’applicazione così come ad isolarne le lacune per il successivo debugging.
Non solo, la possibilità di poter cambiare un software in base alle nostre esigenze, può spesso fare la differenza in ambito business. Altro pro è sicuramente l’abbattimento dei costi: è sufficiente scaricare il software per averlo subito rintracciabile. Certo, spesso sono necessari dei costi per la formazione e l’assistenza, come ci insegna Red Hat, ma spesso e volentieri i costi sono minori rispetto ad un qualsiasi pacchetto closed source composto da licenza software supporto.
Ultimo punto, ma non per importanza, è quello relativo alla sicurezza: avere a disposizione il codice sorgente di un software ci permette di controllare che all’interno di esso non siano presenti backdoor o altre tipologie di codice malevolo. Le licenze d’uso delle soluzioni proprietarie spesso non sottolineano sufficientemente le implicazioni di un determinato applicativo per la privacy e la tutela dei dati veicolati.
A dei pro corrispondono naturalmente anche dei contro, aspetti da non sottovalutare per il nostro business: il primo riguarda la responsabilità sulle modifiche del codice che è in carico all’autore, non ci sono garanzie reali sul funzionamento. Il risparmio sul costo del software a lungo termine può tradursi in onerose richieste di supporto a terzi, un fattore da non sottovalutare. Per quel che riguarda la sicurezza, è noto che alcune piattaforme open source sono vittime di attacchi frequenti (basti pensare a WordPress) e, se non controllate o non aggiornate puntualmente, possono rappresentare una vera e propria minaccia.
Nota a margine: di fatto siamo ancora in un mondo mondo caratterizzato da uno standard targato Microsoft. L’azienda di Redmond continua a possedere le principali quote del mercato desktop e molte agenzie governative e statali continuano a fare passi indietro dalle soluzioni open source per mancanze di alternative. La situazione non appare migliore nel comparto mobile con il duopolio googleos/iOS, dove il Robottino Verde è si distribuito sotto Apache 2.0, ma presenta troppe limitazioni closed a livello di firmware.