Le caratteristiche del modulo in effetti sono più vicine a quelle di un mini-PC che da “board” stile arduino. Per citarne alcune: processore quad-core, wifi, usb3, 3-4 GB Ram, GPU con supporto per video 4K.
Tutta questa potenza permette uno sviluppo più veloce di applicazioni complesse: dal robot-barista che prende le ordinazioni, all’array di microfoni grazie ai quali capire da dove proviene un allarme, fino al casco per ipovedenti che riconosce le persone e i loro stati d’animo. Questo grazie anche all’interfaccia con telecamere real-sense e alla connessione con il cloud di Microsoft che offre servizi come Azure Cognitive Services.
Robot barman con camera real-sense nel papillon
Sul fronte dello sviluppo del software abbiamo una nuova edizione dell’IDE Intel XDK che ci permette di sviluppare più rapidamente grazie a template di progetti già connessi con Microsoft Azure, tramite nodeJS.
Considerando la potenza, il costo (intorno ai 370$) e la complessità di questo oggetto, si intuisce che è destinato alla realizzazione di applicazioni di fascia alta. Tuttavia Joule detta anche lo standard per il prossimo futuro, contribuendo a irrobustire il ponte tra il mondo dei maker e quello della robotica industriale.
Per iniziare?
Per chi si volesse mettere in passatempo e avvicinarsi all’industria 4.0, Joule potrebbe essere un prodotto per partire di slancio e ottimizzare il time-to-market dei progetti. Tuttavia è possibile iniziare con altre board più economiche: quelle basate su Arduino garantiscono il sostegno di una amplissima knoledge-base fatta di progetti già realizzati e di espansioni già pronte. Il fatto è che una volta acquistati tutti i componenti non è detto che si sia risparmiato poi tanto.
Infine per iniziare c’è da ripassare un po’ di programmazione C (e non solo) e farsi le ossa anche con l’hardware “resistenze, condensatori e operazionali”. In ogni caso la pazienza e la dedizione richieste saranno certamente ripagate.