Nel primo caso abbiamo quindi il supporto per una modello precedente all’ultimo ramo stabile di produzione, che è il 3.5 aggiornato al rilascio 3.5.2, nel secondo viene confermato l’allineamento con la release 2.7 che i responsabili di Python hanno portato fino alla 2.7.12; rimane il fatto che tra Python 3.x e Python 2.x esistono delle differenze importanti sia a livello sintattico che per quanto riguarda il supporto alle componenti esterne.
In considerazione di ciò Big G ha pronto di consentire lo sviluppo di applicazioni basate su entrambe le versioni, così come sulle varie librerie e i diversi framework esistenti, sfruttando nel contempo l’infrastruttura di App Engine che offre funzionalità avanzate tra cui il supporto per i microservice, il bilanciamento dei carichi di lavoro, la scalabilità automatica e la gestione del traffico.
Gli sviluppatori potranno accedere a tutte le release supportate dall’App Engine e alle librerie client per il linguaggio dal Python developer hub rintracciabile attraverso il Cloud di Google, è inoltre rintracciabile una Cloud client library per l’utilizzo di API e servizi come Google BigQuery, Google Cloud Pub/Sub e Google Cloud Storage.
Per l’implementazione di applicazioni Python sull’App Engine sarà inoltre possibile ricorrere a framework e database ben conosciuti dai coder come per prova Flask, Django, Pyramid, Falcon, Tornado, MongoDB, MySQL e Google Cloud Datastore.
Via Google Cloud Platform Blog